Tavolo nelle arti figurative

IL TAVOLO NELLE ARTI FIGURATIVE


  • Leonardo Da Vinci, Il cenacolo

Leonardo da Vinci, Ultima Cena (Il Cenacolo), 1493-1498. Tempera e olio su intonaco, Milano, Convento di Santa Maria delle Grazie, Refettorio
Leonardo da Vinci, Ultima Cena (Il Cenacolo), 1493-1498. Tempera e olio su intonaco, Milano, Convento di Santa Maria delle Grazie, Refettorio 

L’affresco rappresenta l’Ultima Cena di Gesù con i suoi Apostoli. Nel Quattrocento veniva rappresentato, secondo uno schema ricorrente, con Giuda isolato nella parte opposta del tavolo. Leonardo, invece, modifica per la prima volta questa impostazione, disponendo gli apostoli lungo un solo lato della mensa, simmetricamente alla figura di Gesù.
L'analisi del dipinto è stata effettuata da numerosi studiosi ed ha dato adito a diverse interpretazioni.

In primo piano compare un tavolo, che viene utilizzato per poter poggiare cibi, calici e piatti.
Il tavolo, quindi, riveste la sua funzionalità di condivisione e riunione di commensali per la consumazione di un pasto.

  • Vincent van Gogh, Still-life with a Plate of Onions

Vincent van Gogh, Still-life with a Plate of Onions, 1890. Coll. Kröller-Müller Museum, Otterlo

"Natura morta con tavolo da disegno, pipa, cipolle e cera" è un dipinto a olio su tela (50x64 cm) realizzato nel 1889 dal pittore Vincent Van Gogh.
È conservato nel Museo Kroller-Muller di Otterlo.
La particolarità del soggetto pittorico, più volte affrontato da Van Gogh con altre nature morte, sta nella composizione eterogenea degli oggetti più disparati, raffigurati assieme sulla tela.
Il libro è l'Annuaire de la santè, di Raspail. Sulla busta si legge il destinatario, Monsieur Vincent van Gogh.
L'opera fu dipinta nel gennaio 1889 subito dopo che il pittore, dimesso dall'ospedale per via del taglio dell'orecchio, era ritornato nella sua "Casa Gialla". Per dimostrare a se stesso e a Theo di poter ritornare in breve tempo a maneggiare i pennelli, dipinse un gruppo di nature morte, di cui questa è la più notevole.
Gli oggetti, tutti disposti con cura, sono fortemente autobiografici: il sacchetto di tabacco e la pipa sono l'attributo della propria persona, così come le cipolle, la brocca d'acqua e la bottiglia di vino vuota sono il buon proposito di tornare ad una vita più semplice, autoregolandosi; la lettera intestata al pittore, e con vicino il cerino spento e la ceralacca, rimanda alle preoccupazioni di Theo, mentre la candela accesa nella bugia, e il libro di medicina di Raspail, sono riferimenti al "fuggitivo" Gauguin e alla recente malattia.
In questa opera compare il tavolo utilizzato come piano d'appoggio per mostrare gli oggetti sui quali l'artista vuole porre l'attenzione. 

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